Caviro ospiterà il Forum Internazionale delle Cooperative Vitivinicole

Il presidente Carlo Dalmonte quest’anno è tornato alla guida del Forum: “Il vino è un prodotto globalizzato, il confronto internazionale favorisce un agire condiviso”.

Si avvicina la nuova edizione del Forum Internazionale delle Cooperative Vitivinicole, che riunisce le principali cantine sociali di diversi grandi Paesi produttori di vino per un confronto aperto e volontario su temi di comune interesse. Questa volta il Forum si terrà in Italia, il 19 e 20 ottobre, presso le sedi del Gruppo Caviro, il cui presidente Carlo Dalmonte è stato eletto (per la seconda volta) alla guida del Forum stesso.

“Lo scambio di informazioni è alto e molto interessante, soprattutto perché il vino è un prodotto ormai completamente globalizzato – spiega Dalmonte -. Le questioni alle quali dedichiamo più tempo durante gli incontri sono le normative, che a livello internazionale possono essere anche molto diverse tra loro, la necessità di comunicare correttamente il vino e il valore che rappresenta, nonché, ultimamente, la viticoltura sostenibile come fattore di sviluppo per l’intera società”.

Avete la sensazione che sia in atto una sorta di ‘demonizzazione‘ del vino?

“Diciamo che c’è molta preoccupazione in merito. Stiamo lavorando intensamente per fare in modo che la politica europea, e non solo, comprenda che il vino è prima di tutto un alimento che fa parte della dieta mediterranea da millenni e non va inserito nelle azioni che lo vogliono equiparare ad altre bevande alcoliche”.

È un tema che interessa anche i Paesi extraeuropei?

“Sì, è un argomento che interessa tutti Paesi anche se, al momento soprattutto in Europa, c’è una crescente preoccupazione per alcune posizioni “ideologiche” scollegate dalla realtà quotidiana di noi produttori, che vorrebbero imporre regole penalizzanti e impraticabili. All’interno del Forum c’è condivisione e maturità responsabile su questi argomenti, siamo tutti concordi che occorra far comprendere alla politica che i veri difensori dell’ambiente e paladini della sostenibilità sono i viticoltori, e che il vino non ha nulla a che vedere con i superalcolici, anzi è un prodotto che accompagna da millenni la nostra alimentazione”.

Può ricordarci quali sono i Paesi rappresentati all’interno del Forum?

Spagna, Francia, Italia, Uruguay, Cile, Argentina, Portogallo, Brasile e Australia e rappresentiamo tutte le produzioni vinicole per un totale di 18 cooperative. Ci incontriamo in presenza ogni due anni (quando possibile, soprattutto in tempi di pandemia) e, a turno, una delle cooperative ospita nel proprio Paese gli altri rappresentanti. In quell’occasione si organizza anche un evento parallelo dedicato ai giovani che operano nelle nostre cooperative, un incontro meno politico ma più tecnico-formativo”.

A ottobre, in qualità di cooperativa che presiede, sarà Caviro ad ospitare i componenti del Forum. Cosa vi aspettate da questo incontro?

Abbiamo calendarizzato l’evento per il 19 e 20 ottobre perché da noi la vendemmia sarà appena finita mentre, nell’altro emisfero, dovrà ancora iniziare. Per noi sarà un’occasione importante per presentare la viticoltura italiana e, in particolare, quella romagnola. Al centro dell’agenda ci sarà probabilmente la questione della reputazione del vino, di cui parlavamo prima e che è già stata al centro del pre-Forum che si è svolto presso la cantina Cuatro Rayas ad aprile (Spagna), e sicuramente il tema dell’economia circolare, ovvero della sostenibilità, dove Caviro può dire molto”.

Oltre agli incontri in presenza, in che modo mantenete la collaborazione durante tutto l’anno?

“Il Forum ha nominato un Segretario Generale, il franco-argentino Paul Burlot, che tiene vivi i collegamenti durante tutto l’anno e poi abbiamo un sito internet. È abbastanza consueto, inoltre, che tra le cooperative del Forum avvengano contatti commerciali che poi sono portati avanti dalle strutture tecniche delle diverse realtà coinvolte”.

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