Si è svolto nella sede forlivese del Gruppo Caviro un incontro con il Vicepremier e Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e la Ministra all’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, accompagnati dall’Onorevole Rosaria Tassinari.
L’incontro nella sede di Caviro
La delegazione governativa ha incontrato i vertici di Caviro, per approfondire le attività del gruppo cooperativo romagnolo che rappresenta 9.600 soci, 24 cantine in 6 regioni d’Italia, 31.700 ettari vitati.
«Questa visita è un importante riconoscimento, oltre che un momento di confronto costruttivo, per il Gruppo Caviro ma anche per il sistema cooperativo che rappresentiamo e per il territorio – ha detto Carlo Dalmonte, Presidente del Gruppo Caviro –. Abbiamo potuto raccontare le attività del nostro gruppo, che oggi esporta in 80 paesi, e presentare i progetti avviati e quelli in via di definizione. Investimenti che porteremo avanti con la serietà che ci contraddistingue ma anche con particolare rigore e attenzione vista la situazione generale dell’economia».
Un segnale al territorio colpito dall’alluvione
L’incontro, a cui ha partecipato anche una delegazione di Confcooperative sia nazionale che locale, ha inoltre dato modo al Governo di dare un segnale al territorio, pesantemente colpito dall’alluvione di maggio, e di ascoltare le richieste di imprese e associazioni.
«Siamo a Forlì, nell’epicentro dei luoghi che hanno subìto le conseguenze dell’alluvione e delle frane, e l’incontro con i rappresentanti del Governo è anche un’occasione importante per ricordare al vicepremier che la Romagna aspetta fiduciosa, senza polemiche, i provvedimenti che diano atto alle promesse fatte nei giorni successivi agli eventi di maggio – ha chiosato Maurizio Gardini, Presidente nazionale di Confcooperative.
Le conclusioni di Carlo Dalmonte
«Il nostro Paese – ha concluso Dalmonte – ha bisogno di fare squadra per valorizzare e promuovere correttamente il Made in Italy che è più di un prodotto, è uno stile di vita. Al Governo e alle istituzioni chiediamo quindi di stare vicino alle imprese dell’agroalimentare italiano, spesso realtà estremamente innovative dal punto di vista della sostenibilità, per fare in modo che questo valore aggiunto diventi motore di sviluppo e consolidamento internazionale».